Torna l’inflazione

Torna l’inflazione

Il 2016 per l’Italia è stato un anno di deflazione, questo trend sembra essere simile anche nel resto del mondo. Nei prossimi anni però il trend sta cambiando e sembra sempre più probabile che l’inflazione torni a farsi vedere.

 

Il peso della deflazione

Un mercato in deflazione è un vantaggio per alcuni, uno svantaggio per altri. La deflazione costante per il singolo cittadino porta a tassi d’interesse bassi per i prestiti, quindi ad un basso costo del denaro; allo stesso tempo però gli stipendi non aumentano, così come non riescono a decollare i consumi, la cui stati porta, necessariamente, alla deflazione stessa. In pratica è un serpente che si morde la coda, particolarmente pericoloso negli Stati con elevato debito pubblico. Questo perché la deflazione è conseguente anche ad un PIL che non si attiene alle aspettative di crescita globali.

 

Cosa accadrà nel futuro

Anche se considerando l’intero anno il 2016 è stato caratterizzato dalla deflazione, già nel mese di dicembre si è fatto notare una leggera inflazione, dato drogato anche dall’aumento del costo dei trasporti pubblici e delle spese energetiche per le famiglie. Cosa accadrà nel 2017? Gli economisti parlano ancora di inflazione, dovuta anche ai comportamenti dei governi. Da mesi infatti i governi mondiali stanno cercando di tamponare la deflazione acquistando titoli di stato e creando nuovo denaro. Questo comportamento alla lunga aumenta i debiti pubblici globali e porta necessariamente all’inflazione.

 

Meglio inflazione o deflazione

Anche se per il singolo cittadino la deflazione può essere, nel breve periodo, positiva, in realtà si tratta di un pericoloso indicatore. I prezzi al consumo diminuiscono quando c’è meno domanda, quindi una minore quantità di soldi da spendere. Quindi non è un dato positivo, ma l’estrema manifestazione del dilagare di una crescente povertà, la conseguenza della crisi economica, che non è ancora finita.

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